Born in Turin, Italy and nicknamed "Nino", Farina was a doctor of engineering and nephew of Pinin Farina of the coach building company. He began his motor racing career in hillclimbs, graduating to circuit racing with Maserati. But it was not until he moved to Alfa Romeo, as number two driver to Tazio Nuvolari, that his racing career really blossomed. During the late 1930s he won numerous minor races in the Voiturette class, securing himself the Italian Drivers' Champion three years in a row (1937–1939). He then went on to take his first major race win, at the 1940 Tripoli Grand Prix in Libya. Sadly for Farina, he was just reaching his peak as a driver at the outbreak of World War II, and it would be another eight years before he would win a major race.
Entering post-war Grands Prix in a privately owned Maserati, Farina took a win at the 1948 Monaco Grand Prix. When the Fédération Internationale de l'Automobile announced the inaugural World Championship for 1950, Farina secured a drive alongside Juan Manuel Fangio and countryman Luigi Fagioli at the dominant Alfa Romeo team, driving the invincible 158 Alfetta cars. Farina took 3 wins from the 7 races of the 1950 season, securing himself the first ever World Championship. It was the pinnacle of his career.
In 1951, he was forced to play second fiddle to Fangio, whose pace was too much for Farina to match. Farina had to make do with a solitary success at the 1951 Belgian Grand Prix, and wins at non-championship races. Moving to Ferrari in 1952, Farina found himself being outdone by another younger team-mate, this time Alberto Ascari who went on to win nine successive World Championship Grand Prix in 1952 and 1953.
Farina's first win for Ferrari, and the last of his 5 World Championship wins, came at the Nürburgring in the 1953 German Grand Prix. That year, he also teamed up with fellow F1 driver Mike Hawthorn to win the Spa 24 Hours endurance race. At the beginning of 1954, Farina won a round of the World Sports Car Championship, only to be badly burnt following a startline crash at the Sports Car race at Monza. Farina attempted a comeback in 1955, dosing himself with painkillers and scoring a couple of points finishes. However, conceding defeat, he retired from Formula 1 at the end of the season.
In 1956 he made a half-hearted attempt at the Indianapolis 500, crashing in the process, only to break his collar bone after a crash at a minor race at Monza. Again he recovered and tried the Indy 500, but this time his team-mate had a fatal crash while practicing in Farina's race car, and Farina decided to give up for good.
A notable character in early World Championship Grand Prix racing, Farina was noted for his driving style and intelligence, but also his petulant streak and his disregard for his fellow competitors on the race track. He was involved in the fatal accidents of Marcel Lehoux in the 1936 Grand Prix de Deauville[3] and László Hartmann at Tripoli in 1938 [4][5]. It was ironic that after all the injuries he sustained in the latter part of his career, it was in a car crash that he finally lost his life at Chambéry in France, whilst driving to spectate at the 1966 French Grand Prix.
Giuseppe Emilio "Nino" Farina (Torino, 30 ottobre 1906 – Aiguebelle, 30 giugno1966) fu un pilota automobilistico italiano. Celeberrimo per essere stato, nel 1950, il primo campione della Formula 1 moderna, era anche noto alle cronache mondane per alcuni comportamenti, dentro e fuori i circuiti, in quegli anni considerati "eccessivi". Si ricorda, ad esempio, il vezzo di correre con un sigaro cubano fra le labbra, oltre alla sua grande passione per le donne. Suo padre Giovanni era il fondatore, con il fratello Pinin, degli "Stabilimenti Farina", una delle più antiche ed importanti carrozzerie automobilistiche dell'epoca. Morì il 30 giugno 1966 in un incidente stradale presso Aiguebelle, mentre si recava a Reims per assistere al Gran Premio di Francia. Farina esordisce in Formula 1 nel primo gran premio della storia del mondiale, il 3° British Grand Prix sul circuito di Silverstone, riuscendo nell'impresa di partire in pole position, marcare il giro più veloce in gara e aggiudicarsi la vittoria. Al volante di una Alfa Romeo 158 della scuderia ufficiale, la Alfa Romeo Spa, Farina precede i compagni di squadra Luigi Fagioli e Reg Parnell, in un vero trionfo per la casa automobilistica italiana. Il quarto pilota, il grande Juan Manuel Fangio, è costretto al ritiro al 62° di 70 giri. Il calendario mondiale prevedeva per il 1950 sette eventi: Farina partecipa a sei gran premi, saltando la 500 Miglia di Indianapolis (Indianapolis International Motor Sweepstakes), gara praticamente riservata ai piloti statunitensi. Oltre alla vittoria nel gran premio inaugurale, il pilota italiano riesce ad imporsi anche nel gran premio di Svizzera ed in quello d'Italia, marcando altri due giri veloci (che al tempo assegnavano 1 pt) e una pole position. Grazie alla vittoria nel gran premio di casa, a Monza, ultima gara del mondiale, Farina risulta primo nella graduatoria mondiale con 30 punti, davanti ai compagno di squadra Fangio (27 pt) e Fagioli (24 pt). Nel 1951 Farina partecipa, al volante di una Alfa Romeo 159 ufficiale, ad 8 dei 9 gran premi mondiali, saltando ancora l'appuntamento della 500 Miglia di Indianapolis. Il campionato vede la lotta tra l'Alfa Romeo e la Ferrari. Farina risulta 4° nella graduatoria mondiale (19 punti), vinta dal compagno di squadra Fangio (31 punti) sul ferrarista Alberto Ascari (25 punti) all'ultima gara. Farina riesce ad aggiudicarsi una vittoria ed a salire sul gradino più basso del podio in 3 occasioni (una volta in coabitazione con Felice Bonetto), marcando un giro veloce. Il gran premio del Belgio, la gara vinta da Farina, entra nella storia della Formula 1: la gara è infatti pesantemente condizionata dall'usura dei pneumatici, con le Ferrari costrette a cambiarli cinque volte e le Alfa Romeo ben otto. Nel 1952 la Formula 1 adotta il regolamento della Formula 2: il ritiro dell'Alfa Romeo lascia infatti la sola Ferrari in grado di allestire una monoposto da F 1. Si decide quindi di cambiare le regole: la Ferrari, con il modello 500, domina comunque la stagione, con sette vittorie su 8 gran premi. Farina, passato proprio alla Ferrari, riesce a piazzarsi per ben 4 volte al secondo posto, finendo 2° (con 25 punti) nella graduatoria mondiale alle spalle di Ascari, compagno di squadra e dominatore della stagione. Farina resta alla Ferrari anche nelle stagioni 1953, 1954 e 1955. Nel 1953, sempre alla guida di una Ferrari 500 F2, Farina prende parte a sette gran premi, centrando la vittoria in quello di Germania sul tracciato del mitico Nürburgring; conclude inoltre tre volte al secondo posto ed una al terzo, segnando pure una pole position. Le vittorie potevano essere due, ma Farina è costretto a fare i conti con l'orgoglio di Ascari. In occasione del Gran premio di Svizzera, pochi giorni dopo il trionfo tedesco, Farina si trova infatti in testa alla gara; con le Ferrari sicure della tripletta, dai box viene impartito l'ordine di mantenere le posizioni: Farina, Mike Hawthorn e appunto Ascari. Ma quest'ultimo si ribella e va a prendersi la vittoria ed il titolo mondiale. Anche nel gran premio d'Italia Farina vede sfumare la possisilità di vincere la gara: Ascari è al comando sull'ultima curva, pressato appunto da Farina e da Fangio (su Maserati), quando perde il controllo della sua macchina e va in testa coda. Farina è costretto però a saltare sul prato per evitare il compagno di squadra, lasciando la vittoria a Fangio. In una stagione tanto movimentata trovano spazio purtroppo anche note negative: nella prova inaugurale, il gran premio di Argentina, Farina travolge alcuni spettatori assiepati lungo il ciglio della strada; il bilancio della gara, comprensivo dell'incidente causato dalla Gordini di Robert Manzon, è tragico: dieci morti e trenta feriti, di cui dieci gravi. Il presidente dell'Argentina Peron aveva decretato l'accesso gratuito al circuito. Nella graduatoria mondiale è 3° con 26 punti, preceduto dal compagno di squadra Ascari (al secondo titolo) e da Fangio. Nel 1954 il mondiale riapre le porte alle vere Formula 1. Farina prende parte, alla guida di una Ferrari, a due soli gran premi, giungendo secondo in quello inaugurale di Argentina. Proprio questo evento è il primo caso di ricorso post-gara respinto: per un cambio gomme Fangio, vincitore della gara su Maserati, utilizza ben cinque meccanici al posto dei tre previsti dal regolamento. La Ferrari, certa della vittoria a tavolino, suggerisce a Farina e Gonzalez di non forzare. Il reclamo di Maranello è però respinto sia dagli organizzatori che, più tardi, dalla FIA. Nell'altro gran premio stagionale, Farina guida con un tutore di cuoio al braccio destro, fratturato in occasione della Mille Miglia. Nella stagione 1955 Farina disputa tre gran premi conquistando un curioso record. Il gran premio di Argentina, gara inaugurale del campionato, verrà ricordato per il grande numero di cambi di pilota, ben 15, dovuti sia alle particolari condizioni climatiche (35 gradi all'ombra e 55 sul circuito), che alla conseguente stanchezza: Farina, per il gioco dei cambi, finisce quindi al secondo posto (con Gonzalez e Trintignant) e al terzo (con Maglioli e Trintignant). La vettura è una Ferrari 625, la stessa con cui Farina si aggiudicherà il gradino più basso del podio in occasione del gran premio del Belgio. L'ultima presenza di Farina in Formula 1 è il gran premio d'Italia: schierato dalla Ferrari con le vetture rilevate dalla Lancia in seguito all'incidente mortale di Ascari, non riesce a prendere parte alla gara per problemi alle gomme. L'anno successivo tentò la qualificazione alla 500 Miglia di Indianapolis con una Kurtis Kraft motorizzata Ferrari senza riuscire ad entrare nello schieramento dei partenti.
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1 comment:
Io ho una certa saggezza meraviglioso.
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