Contemporary journalists often noted that he followed a "clean sheet" approach to design, taking absolutely nothing for granted. His designs met with solid market acceptance; they tended to be designs that observers either loved or hated and were considered by some to be too far ahead of their time. Working at Citroën for decades, Bertoni designed the Traction Avant (1934), 2CV, the H van, the DS, and the Ami 6. The DS was often exhibited at industrial design showcases, such as the 1957 Milan Triennial Exposition.
Bertoni was born on January 10, 1903 in Varese (Italy) and died in 1964. For a long time, he was largely forgotten in his hometown, but recently the Province of Varese dedicated a museum to his memory.[1][2] It opened in May 2007.
Flaminio Bertoni (Varese, 10 gennaio 1903 – Parigi, 7 febbraio 1964) è stato un designer e scultore italiano. È universalmente considerato come uno dei maggiori stilisti d'automobili di tutti i tempi, ma il suo nome è quasi sconosciuto in Italia o, nel migliore dei casi, confuso con l'assonante Bertone.
Nato a Masnago, comune poi accorpato alla città di Varese, appena conseguita la licenza tecnica nel 1918, Flaminio Bertoni entrò come apprendista nella Carrozzeria Macchi. Cinque anni dopo, alcuni tecnici francesi in visita alla Macchi, vista la creatività del giovane disegnatore, lo esortano a fare esperienza in Francia.
Ritenendo d'aver accumulato sufficiente esperienza, un paio d'anni più tardi, Bertoni rientrò nella sua Varese ed aprì uno studio di progettazione; aveva, però, idee troppo progredite per l'imprenditoria italiana del tempo, ancora basata sul concetto di famiglia-impresa e su progetti di immediato utilizzo, ma di breve respiro; di conseguenza ritornò a Parigi, nel 1931, per non fare più ritorno in Italia.
Gli eventi e le conseguenze della seconda guerra mondiale si scontrarono spesso con il carattere imprevedibile e per nulla docile di Bertoni. Nel 1940 venne arrestato per il suo rifiuto di firmare un atto di fedeltà alla Francia, in abiura della sua patria d'origine. Nel 1944 fu nuovamente arrestato con l'accusa di aver contribuito al funzionamento della Citroën durante il periodo bellico.
Colpito da un'epatite fulminante, Bertoni morì sessantunenne nella cittadina di Antony, dove è sepolto con la moglie Lucienne Marodon e il secondogenito Serge, lontano dall'Italia che non volle rinnegare e ignorato dagli Italiani che s'innamorarono delle linee armoniose della "Due Cavalli" e della "Diesse", senza sapere che l'autore era uno di loro.[1]
Nel gennaio 2003 è stata intitolata a Bertoni la scalinata a Masnago, suo quartiere natale, che da via Caracciolo porta in via Cola di Rienzo[2].
Il 10 maggio 2007 è stato inaugurato a Varese il Museo Bertoni, nello stesso edificio che ospita il liceo artistico e alcuni uffici della provincia.
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