Considerato uno dei piloti di Formula 1 più forti di tutti i tempi [2], si è dimostrato un campione assoluto sia in condizioni di asciutto che in condizioni di pioggia, riuscendo spesso in imprese entusiasmanti.[3] Coniugò la capacità di portare al limite la propria monoposto, con una grande sensibilità nella messa a punto e nella scelta dei pneumatici.[4]
Particolarmente veloce sul giro in prova, Senna è stato il pilota ad avere ottenuto più pole position in rapporto ai Gran Premi disputati, ed è il terzo pilota in classifica per numero di vittorie.
Morì in seguito a un incidente nel Gran Premio di San Marino 1994.
Le formule minori [modifica]
Figlio di famiglia benestante, Senna ebbe la possibilità di avvicinarsi precocemente al mondo dell'automobilismo, iniziando a gareggiare nei Kart all'età di tredici anni con un Parilla 100cc. a Interlagos, vincendo al debutto e conquistando nello stesso anno, il '73, il Campionato Junior.[5]. Nel 1977 e '78 vince il Campionato Sudamericano di categoria e dal 1978 per quattro volte consecutive quello brasiliano. Sbarcato in Italia, con i colori della Dap è protagonista dei campionati mondiali del 1979 e del 1980, sfiorando entrambe le volte la conquista del titolo.Nel 1981 debutta in Formula Ford 1600, disputando il campionato britannico RAC e il Townsend-Thoresen: li vince entrambi totalizzando 12 vittorie, 3 pole e 10 giri veloci su 19 gare. L'anno seguente passa alla Formula Ford 2000, disputando sia il campionato britannico Pace British che l'Europeo EFDA: li vince entrambi aggiudicandosi 21 vittorie, 15 pole e 22 giri veloci su 29 gare. A fine stagione debutta nell'ultima prova del difficile Campionato Britannico di Formula 3 conquistando incredibilmente pole, vittoria e giro più veloce.
Nel 1983 si schiera al via del Campionato Britannico F.3 con una Ralt-Toyota del team West Surrey Racing e lo vince grazie a 12 vittorie, 15 pole e 13 giri veloci su 20 gare. A fine stagione partecipa alla prestigiosa gara internazionale di F3 di Macao nella quale si confrontano tutti i più forti piloti della categoria: parte dalla pole, domina entrambe le manches e segna il giro veloce. È di quest'anno la decisione di adottare il cognome composto "Senna da Silva" al posto del "da Silva" usato sino all'anno precedente.
Formula 1 [modifica]
L'arrivo in F1, con la Toleman [modifica]
Dopo questa eccellente trafila nelle formule minori Senna debutta in Formula 1 nel Gran Premio del Brasile 1984 su Toleman-Hart. Nel corso della sua prima stagione diede subito prova di un talento eccezionale, cogliendo per la piccola scuderia inglese risultati mai registrati prima, su tutti il clamoroso secondo posto nel Gran Premio di Monaco, disputatosi sotto un diluvio.La gara venne interrotta proprio per l'enorme quantità di acqua che inondava la pista, e ad Ayrton (che stava recuperando oltre sei secondi a giro su Alain Prost) venne negata una vittoria che ormai sembrava sicura. Già in questa gara si manifestarono quindi due costanti della sua carriera: il duello col pilota transalpino e la sua abilità sotto la pioggia. Chiuse il primo Campionato Mondiale F1 al 9º posto, conquistando, oltre a quello di Montecarlo, altri due podi in Gran Bretagna e Portogallo. Risale all'84 anche l'unica mancata qualificazione di Senna, proprio a Imola, sul circuito dove dieci anni dopo perderà la vita.
Il passaggio alla Lotus [modifica]
Tra le varie scuderie che misero gli occhi su di lui, fu la Lotus a ingaggiarlo per il 1985. Alla seconda gara con il team inglese, Senna ottenne subito la vittoria nel Gran Premio di Portogallo, anche questo disputatosi sotto una pioggia torrenziale, dimostrando ancora una volta il suo straordinario talento in condizioni estreme. Nel corso della stagione Senna diede esempio di quello che sarebbe stato il punto forte della sua carriera, ossia la velocità nel giro in prova. Ben 7 le pole position conquistate in questa stagione (grazie anche, va detto, alla bontà del motore turbo Renault che, in prova, non soffriva delle limitazioni al consumo), il più delle volte, però, vanificate da ritiri per guasti meccanici oppure per panne di benzina (in quel periodo, il regolamento limitava il quantitativo di benzina disponibile).Senna rimase con la Lotus per tre stagioni, l'ultima delle quali (il 1987), disputata con motori Honda, segnò l'inizio della lunga e proficua collaborazione col motorista giapponese. Il talento di Senna, però, non era espresso compiutamente in Lotus, team che gli consentiva di ben figurare, ma non di poter raggiungere l'obiettivo per il quale il brasiliano correva: il titolo mondiale. Pertanto, dopo 3 stagioni, concluse due volte al quarto ed una al terzo posto nel Mondiale impreziosite da 16 pole, 6 Gp vinti e altrettanti giri veloci, Senna abbandonò la Lotus per la ben più competitiva McLaren, che proprio a partire dal 1988 avrebbe avuto i motori Honda.
La consacrazione in McLaren [modifica]
- 1988
Senna, con 8 vittorie e ben 13 pole (all'epoca record assoluto), riuscì a coronare il sogno di aggiudicarsi il titolo Mondiale di Formula 1, e con una gara d'anticipo, a Suzuka in Giappone. Sulla pista giapponese, Ayrton disputò una delle più belle gare della sua carriera: pur avendo conquistato la pole infatti, il brasiliano fu costretto, a causa di un'esitazione in partenza, a recuperare da metà schieramento. La rimonta su Prost fu straordinaria e si concretizzò al 28º giro, con un sorpasso memorabile.
Senna vinse il titolo pur ottenendo meno punti totali di Prost, grazie al sistema degli scarti che imponeva di considerare validi per i mondiale soltanto i migliori 11 piazzamenti; questa regola sarebbe stata rimossa nel 1991.
- 1989
Prost terminò lì la propria gara, Senna invece ripartì grazie ad una spinta dei commissari, ed attraversando la chicane rientrò in gara, pur con l'ala anteriore fuori uso per il contatto col francese. Dopo la sosta ai box, per il cambio del musetto, e il furioso inseguimento ad Alessandro Nannini, primo a quattro giri dal termine con dieci secondi di vantaggio sul brasiliano, Senna riuscì a tagliare per primo il traguardo, riaprendo il Mondiale. Sul gradino più alto del podio però salì Nannini: Senna era stato squalificato perché, tagliando la chicane, aveva tratto vantaggio dalla spinta dei commissari; Prost poté così fregiarsi del titolo di Campione del Mondo.
L'episodio inasprì definitivamente i già compromessi rapporti che Senna aveva col francese e con tutta la federazione, a quel tempo retta da Jean-Marie Balestre. Seguirono una serie di polemiche durante tutto l'inverno dell'anno: Senna, profondamente rattristato e scoraggiato, paventò il ritiro dalle corse, parlando di cospirazione ordita dal Presidente della FIA nei suoi confronti, mentre la Federazione minacciò al brasiliano la revoca della superlicenza per guidare in F1
- 1990
Il copione si ribaltò: Senna arrivò in Giappone in vantaggio di classifica, ma col rivale in recupero. Partito al palo, fu bruciato da Prost in partenza, complice la pista più sporca dal lato della pole. Alla prima curva, Prost chiuse la traiettoria, avendo ampio margine su Senna; il quale ritardando volontariamente la frenata (come avrebbe ammesso qualche anno più tardi [6] ) speronò il francese. Entrambi finirono fuori gara (commentando a caldo l'episodio, Senna disse: «A volte le gare finiscono a sei giri dal termine, a volte alla prima curva»). Il brasiliano era Campione del Mondo per la seconda volta.
- 1991-1992
- 1993
Nel corso dell'anno, la differenza di qualità e potenza (troppo evidente) si fece sentire ed il francese riuscì a fine anno, a laurearsi campione del mondo. Senna fu vice-campione, ottenendo 5 vittorie stagionali, tra cui, oltre a Donington, la seconda in carriera nel GP di casa (sotto l'acqua) e la quinta consecutiva a Montecarlo. Durante la stagione, la sua McLaren palesò alcuni problemi di affidabilità, abbandonandolo ad Imola, in Canada, in Ungheria e in Portogallo quando era 2º e a Silverstone quando era 3º (finisce la benzina all'ultimo giro e si classifica 5º).
Il passaggio alla Williams e l'incidente mortale [modifica]
Nel 1994 Senna lasciò la McLaren per trasferirsi alla Williams campione in carica, proprio al posto del ritirato Prost. Da quell'anno il regolamento vietava tutti i dispositivi elettronici (come le sospensioni attive e il controllo di trazione), un punto di forza della Williams nel 1992 e 1993. Ma la monoposto progettata da Adrian Newey non era solo meno competitiva che in passato: era troppo stretta nella zona dell'abitacolo, e Senna faticava a calarvisi e di conseguenza faticava nella guida. La vettura era inoltre instabile e difficile da guidare, a causa dell'eliminazione dei dispositivi elettronici. Senna iniziò i lavori di collaudo, ma sarebbe servito del tempo per sistemare i problemi. Con questi presupposti iniziò il mondiale. Dopo una partenza difficile (due ritiri nelle prime due gare, vinte da un giovane Michael Schumacher su Benetton Ford, nelle quali aveva tuttavia conquistato la pole) Senna affrontò la terza gara, il Gran Premio di San Marino, cogliendo nelle prove (iniziate il venerdì con l'incidente di Rubens Barrichello alla variante bassa senza gravi conseguenze[7], e funestate dall'incidente mortale di Roland Ratzenberger alla Villeneuve il sabato) la terza pole position di fila. Erano le 14:17 quando al 7º giro, il secondo dopo la ripartenza dietro la safety car (entrata in seguito ad un incidente in partenza che aveva coinvolto JJ Lehto e Pedro Lamy, i rottami delle cui vetture avevano provocato il ferimento di alcuni spettatori), Senna uscì di pista in piena velocità alla curva del Tamburello, a causa del cedimento del piantone dello sterzo[8]. Il piantone era stato modificato la notte seguente le prove cronometrate, alla vigilia della gara, dopo che Senna aveva chiesto di migliorare la visibilità della strumentazione[9]. Il piantone era stato allungato. La saldatura manuale si era mostrata però insufficiente a reggere le sollecitazioni della gara[10]. Il pilota non poté quindi fare nulla per controllare la monoposto.Senna, infatti, rimasto ormai passeggero impotente di una vettura ingovernabile, frenò (come si vede anche dalle immagini riprese dal videocamera montata sulla monoposto), ma non riuscì ad evitare il muro del Tamburello. Le conseguenze risultarono tragiche: l'impatto fu tremendo, coinvolgendo la parte anteriore destra della monoposto.
Il puntone della sospensione anteriore destra, spezzatosi, penetrò nella visiera del casco del pilota, dal bordo superiore[11]. Ciò causò lo sfondamento della regione temporale destra e provocò gravissime e fatali lesioni. Il pilota brasiliano perse oltre 3 litri di sangue in seguito a tali lesioni. In sede autoptica non furono riscontrati altri danni fisici di particolare gravità. Ciò è spiegabile col fatto che l'angolo d'impatto, di soli 22º, aveva permesso una progressiva dissipazione dell'energia cinetica, prima contro il muretto e quindi nella sabbia. La cosa non deve destare meraviglia, dal momento che analoghi incidenti ad alta velocità nello stesso punto, come quello di Nelson Piquet nel 1987, quello di Gerhard Berger nel 1989 o quello di Michele Alboreto nel 1991, si erano risolti senza particolari traumi da decelerazione al pilota. Alle 18:40 (ora di Roma) dello stesso giorno finiva la vita di uno dei più grandi piloti della storia della Formula 1. In Brasile furono proclamati 3 giorni di lutto nazionale, mentre a seguito delle indagini sulla morte del brasiliano, il circuito di Imola fu posto sotto sequestro[12].
Ayrton Senna ha preso il via in 161 GP (su 162 partecipazioni), cogliendo 41 vittorie, 65 pole position [13], 19 giri più veloci in gara e 610 punti iridati validi (su 614 totali). È partito per 87 volte in prima fila ed ha ottenuto 96 piazzamenti a punti, 80 dei quali sul podio, percorrendo 13672 km al comando di una corsa. Memorabili e ricche di pathos furono le sue vittorie commentate dal famoso telecronista brasiliano Galvão Bueno, che per Ayrton aveva una autentica predilezione. Proprio Galvão Bueno commentò in diretta e con grande commozione, la gara in cui Ayrton perse la vita per la tv brasiliana Rede Globo.
Dopo il tragico incidente, tutti i circuiti di Formula 1 furono oggetto di controlli e successive revisioni dei tracciati, ove necessarie, per garantire maggior sicurezza ai piloti. La curva del Tamburello, nella fattispecie, fu modificata e, nel tratto centrale, sostituita con una chicane. Furono anche prese misure, sia immediate che di lungo periodo, per aumentare la sicurezza delle vetture, e diminuirne le velocità.
Senna e la religione [modifica]
« Mi ferisce che si dica che credo di essere imbattibile a causa della mia fede in Dio. Ciò che voglio dire è che Dio mi dà la forza e inoltre che la vita è un dono che Dio ci ha dato e noi siamo obbligati a mantenerlo con cura.[14] » |
Sulla sua tomba, a San Paolo del Brasile, è scolpita una citazione dalla Lettera di Paolo ai Romani 8,39: «Nada pode me separar do amor de Deus» in italiano Niente mi può separare dall'amore di Dio [15].
Fatti resi noti dopo la sua morte [modifica]
- Senna dava in beneficenza parte dei guadagni che accumulava grazie alla sua attività di pilota; la sua opera di carità è stata rivelata solamente dopo la sua morte: è stata la sorella a dichiarare e ad affermare queste donazioni che il pilota tenne sempre nascoste mentre era in vita[17]. Nel testamento del campione brasiliano, grosse somme sono state destinate a opere di beneficenza [18].
- Durante l'anniversario dei dieci anni dalla scomparsa del campione brasiliano, la sorella Viviane rese pubblico un episodio, ufficiosamente scoperto prima, cioè che nella vettura con cui il fratello corse quel fatale 1º maggio 1994 portava con sé la bandiera austriaca, che avrebbe sventolato nel caso avesse vinto in onore di Roland Ratzenberger, morto il giorno precedente durante le qualifiche [19].
- Milton Da Silva, padre di Ayrton, dichiarò che il figlio, visti i buoni rapporti con Giancarlo Minardi e i componenti del suo Team, avrebbe espresso il desiderio, a fine carriera, di correre per un anno a bordo di una Minardi, per dare una mano al team nello sviluppo della loro vettura[20].
- Dopo la sua morte la nazionale brasiliana di calcio gli dedicò il mondiale vinto nel 1994. [21]
« I ricchi non possono vivere su un'isola circondata da un oceano di povertà. Noi respiriamo tutti la stessa aria. Bisogna dare a tutti una possibilità. » | |
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